
L' isola degli infami di Gianna Sarra
Una voce maschile: la voce di un
“naufrago”. La sua spiaggia,
però, è quella di un reality-show. Finché
è sull’Isola, il giovane uomo osserva,
giudica, riflette. È quasi un diario
il suo, divertito e perplesso, perfino
caustico, di un’esperienza non proprio
comune (o forse sì?). Dopo il tanto atteso
cappuccino con cui torna alla «realtà
», la storia comincia davvero. «Che
brutto esaurimento ho rischiato, sono
dimagrito quattordici chili, quanto di
cervello?».
Gianna Sarra racconta, tra divertimento
e disagio, un italiano al tempo
di Vallettopoli, gli presta una voce credibile
al punto da essere inquietante.
Il vero reality comincia fuori dal reality;
e intorno l’Italia è più televisiva
della televisione. Dialoghi d’amore
e disamore, tentazioni e più che tentazioni
(bisessuali), il prezzo di una
fama fragile, l’insospettabile pubblico
del trash, la politica «veltrusconizzata
» – tutto reso da una scrittura veloce,
sincopata, elettrica. Mentre una suora
cerca disperatamente di convertirlo,
l’ex naufrago scivola in un vortice di
pasticci esistenziali, prove inattese e
scandaletti, che potrebbe trasformarlo.
Ma in cosa?
Gianna Sarra ha scritto l’epopea di
un uomo senza qualità degli anni Zero.
Senza moralismi, fa esistere sulla pagina
un personaggio che non può lasciare
freddi. A costo di detestarlo.
Paolo Di Paolo
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