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lunedì 22 marzo 2010

L' isola degli infami di Gianna Sarra

Una voce maschile: la voce di un

“naufrago”. La sua spiaggia,

però, è quella di un reality-show. Finché

è sull’Isola, il giovane uomo osserva,

giudica, riflette. È quasi un diario

il suo, divertito e perplesso, perfino

caustico, di un’esperienza non proprio

comune (o forse sì?). Dopo il tanto atteso

cappuccino con cui torna alla «realtà

», la storia comincia davvero. «Che

brutto esaurimento ho rischiato, sono

dimagrito quattordici chili, quanto di

cervello?».

Gianna Sarra racconta, tra divertimento

e disagio, un italiano al tempo

di Vallettopoli, gli presta una voce credibile

al punto da essere inquietante.

Il vero reality comincia fuori dal reality;

e intorno l’Italia è più televisiva

della televisione. Dialoghi d’amore

e disamore, tentazioni e più che tentazioni

(bisessuali), il prezzo di una

fama fragile, l’insospettabile pubblico

del trash, la politica «veltrusconizzata

» – tutto reso da una scrittura veloce,

sincopata, elettrica. Mentre una suora

cerca disperatamente di convertirlo,

l’ex naufrago scivola in un vortice di

pasticci esistenziali, prove inattese e

scandaletti, che potrebbe trasformarlo.

Ma in cosa?

Gianna Sarra ha scritto l’epopea di

un uomo senza qualità degli anni Zero.

Senza moralismi, fa esistere sulla pagina

un personaggio che non può lasciare

freddi. A costo di detestarlo.

Paolo Di Paolo

martedì 16 marzo 2010

L come LIBRI



CINQUE MOTIVI PER CONVINCERSI DELLA NECESSITA’ DEL LIBRO.





1) I libri sono pieni di polvere: salvano dall’igienismo.

2) I dorsi dei libri sono contundenti. Salvano dall’anestesia.

3) I libri, usati come cuscini, salvano dalla psicanalisi.

4) I libri, messi in tasca, ti fanno stare con i piedi per terra.

5) Certi libri, inoltre, salvano dalla salvezza.

venerdì 5 marzo 2010


VIDEO PRESENTAZIONE della STORIA AUREA racconto in versi di Pier Paolo Di Mino


dalla quarta di copertina:
Un uomo che si perde in continuazione
rinuncia presumibilmente a un carattere,
quindi a un destino, circostanziato. Borges
reputava quella di Odisseo una delle due
metafore essenziali che la vita ci può e deve
suggerire. Storia Aurea è un racconto in versi
che non esita ad affrontare questa avventura
essenziale, quella, detta altrimenti, del nostro
drammatico ed esaltante passaggio per questo
mondo: o, come qualcuno deve essersi fatto
sfuggire, per questa valle del fare anima.
Storia Aurea è, infatti, il racconto di quella
ricchezza imperfettibile e oscura che si trova
alla fine di ogni viaggio. Il viaggio che,
appunto, è da sempre quello di Odisseo, con le
sue derive, i suoi sbagli imperdonabili e, quindi,
con il suo bagaglio di svagato e leggero
sapere: l’arte di costruire cavalli in legno di
cipresso per arginare l’insonnia: un’arma,
ovviamente, destinata a fallire per chi dovrà
vivere da sveglio; l’arte scherzosa di indagare
l’inconsistenza delle profondità; l’arte, anche,
di fingersi un coraggio studiato con cura per
precipitare nello stupore dell’abisso. Di seguito,
la collezione di eroi, donne, bibite, caffè,
liquori, voglie, desideri, sogni, tentazioni,
incubi, postriboli, porti, città costantemente
eterne, mercati dove si contrabbanda lo scialo
per guadagnare lo scialo, la bellezza, i suoi
distillati e veleni, le maschere che fanno di noi
ciò che siamo, quelle che ci trasformano in
mostri, le medaglie, le punizioni astute acquistate
senza peso nei negozi di meraviglia, i
suicidi, gli amici e allora i tradimenti, l’irresistibile
orrore del domicilio che rende tutto
possibile, che fa sì che tutto accada perché un
giorno sia una vita, il suo racconto.

lunedì 1 marzo 2010